.

Cerca nel blog

Per la traduzione in una lingua diversa dall'Italiano.For translation into a language other than.

Il presente blog è scritto in Italiano, lingua base. Chi desiderasse tradurre in un altra lingua, può avvalersi della opportunità della funzione di "Traduzione", che è riporta nella pagina in fondo al presente blog.

This blog is written in Italian, a language base. Those who wish to translate into another language, may use the opportunity of the function of "Translation", which is reported in the pages.


Powered By Blogger

Metodo di Ricerca ed analisi adottato


Il medoto di ricerca ed analisi adottato è riportato suwww.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com

Vds. post in data 30 dicembre 2009 seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al medesimo blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

venerdì 19 aprile 2024

Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. Nota. L'Africa

 

La Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza della Repubblica, che ogni anno entro il 28 febbraio, deve essere presentata al Parlamento e quindi ai cittadini italiani  riflette diversificata gamma alla sicurezza nazionale, che dalla prospettiva dell’intelligence, sono state alla prioritaria attenzione nel corso del 2023. La Relazione poi evidenzia le principali direttive di intervento lungo le quali gli Organismi informativi  hanno operato a tutela degli interesse nazionali in aderenza ai principi costituzionali.

Si indicano quindi i punti sviluppati nella prima parte della Relazione.

Il Paragrafo 1.4 tratta dell'Africa e dei vari risvolti in cui il nostro interesse nazionale è in essere. (pag 14-15). Segue poi un ampia gamma di informazioni infografiche.

La Relazione è disponibile sui siti governativi e può essere chiesta alla Emeroteca del CESVAM alla email: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

martedì 9 aprile 2024

Egitto. Lineamenti di Geografia fisica

 


 

L'Egitto, naturale ponte fra il Continente africano e l'asia, si estende per 1.001.449 kmq, dei quali 59.202 in territorio asiatico (Sinai).

Bagnato a N. dal Mar Mediterraneo, dove sviluppa circa 1.000 km di coste, l'Egitto, che si affaccia ad oriente per quasi 2.000 km sul Mar Rosso, confina a N.E. con Israele, a S. con il Sudan e ad occidente con la Libia.

 

Principale caratteristica della struttura geografica dell'Egitto è l'esiguità della zona abitabile, che si riduce in effetti ai soli 35.577 kmq – pari al 4% dell'intero territorio nazionale – della valle del Nilo e del suo delta. Ad ocidente e ad oriente si estendono rispettivamente il deserto Libico e quello Arabico.

Sono configurabili pertanto quattro principali regioni naturali:

- la valle ed il delta del Nilo, costituita dalla foce del grande fiume e da due strette fasce di terra fertile, dalla profondità di 10-15 km, che costeggiano il Nilo attraversando da S. a N. l'intero Paese;

- la regione orientale, caratterizzata principalmente dal deserto Libico che si estende, a S. dell'omonimo rialto e della depressione di El-Qattara (137 m. al disotto del livello del mare), per oltre due terzi dell'intera superficie del paese, e che presenta nella sua parte meridionale, alla confluenza dei confini con la Libia ed il Sudan, un vasto altipiano culminante nel massiccio dell'Auenat di poco inferiore ai 2.000 metri;

- il deserto Arabico che, situato tra il Nilo ed il Mar Rosso, è considerato il naturale prolungamento delle distese della penisola Arabica. Tale deserto è separato dal mare da una serie di sistemi montuosi, generalmente paralleli alla costa, che superano i 2.000 m. (monte Shayib);

- la penisola del Sinai che, divisa dal resto del Paese dal canale artificiale di Suez, è costituita da una zona pianeggiante lungo le coste del Mediterraneo, del Golfo di Suez e di quello di Aqaba, e da un massiccio montagnoso meridionale, con vette che superano i 2.600 m., che va lentamente degradando verso settentrione.

 

La rete idrica dell'Egitto è composta oltre che dal Nilo, che dal grande lago artificiale Nasser, si snoda fino al Mare Mediterraneo per oltre 1.200 km, dal suo articolato complesso deltizio che ha inizio a soli 25 km a N. del Cairo, dove si diramano le due principali branche: quella occidentale di Rosetta e quella orientale di damietta.

 

Il clima delle regioni abitate è fondamentalmente del tipo mediterraneo, mentre quello dell'interno è di tipo sahariano con temperature molto elevate, scarsissime precipitazioni e forti escursioni termiche.

 

Caratteri demografici

 

Secondo la teoria più diffusa il popolo egiziano sarebbe fondamentale di origine camitica, anche se nel corso dei secoli rilevanti sono stati, da un punto di vista etnico, gli apporti di altri popoli del Mediterraneo e del Vicino Oriente.

Fatto storico fondamentale per la formazione dell'attuale cultura egiziana deve essere considerata l'invasione araba del VII secolo d.C. che ha determinato il carattere arabo ed islamico del Paese.

L'arabo è la lingua ufficiale dell'Egitto anche se continuano ad essere commercialmente diffusi l'inglese ed il francese.

Nonostante un'importante minoranza cristiana di fede copta (7%), la religione musulmana è professata dalla stragrande maggioranza degli egiziani.

 

La quasi totalità della popolazione egiziana, stimata nel 1973 a 35.619.000 unità, vive nelle regioni della valle e del delta del Nilo, dove si raggiunge l'elevatissima densità di circa 1.000 ab. per kmq. Considerando invece l'intero territorio nazionale la densità scende a 35,6 ab. per kmq.

Basandosi sul censimento del 1966, che contava 30.083.419 abitanti, l'incremento demografico annuo si aggira intorno ai 2,1%.

Nonostante la caratteristica essenzialmente rurale del paese, molto elevato risulta il tasso di urbanizzazione, essendo concentrato nelle sole due maggiori città quasi il 25% dell'intera popolazione.

Oltre la capitale. Il Cairo (El-Qahira) che, contando con il suo agglomerato urbano circa 5.800.000 abitanti, è di gran lunga la più popolosa città del Continente africano, vanno menzionate le citta di:

 

Alessandria         2.200.000 ab.                                    Damanhur                            175.000 ab.

El-Giza                  680.000 ab.                                    El-Fayyum                           155.000 ab.

Imbaba                  410.000 ab.                                    Aswan                                   150.000 ab.

El-Mahalla            325.000 ab.                                    Ismaila                                  144.00   ab.

Tanta                     290.000 ab.                                    El-Minya                               135.000 ab.

Port Said               283.000 ab.                                    Gaza                                      118.000 ab.

Suez                      264.000 ab.                                    Asyut                                     110.000 ab.

El-Mansura           235.000 ab.                                    Sohag                                    102.000 ab.

Zagazig                 180.000 ab.

domenica 31 marzo 2024

Mauritania: Lineamenti di Geografia fisica

 

La Repubblica Islamica di Mauritania, che si estende su di una superficie di 1.120.700 kmq, si affaccia ad occidente sull'Oceano Atlantico e confina a S. con il Senegal, a S. e ad E. con il Mali, a N.E. con l'Algeria ed a N.O. con il Marocco.

 

La Mauritania è formata da due principali ragioni nettamente distinte:

- la zona del fiume Senegal, comunemente chiamata Sahel, che, territorialmente esigua, comprende una fertile fascia della larghezza di 25-30 km lungo l'ominimo fiume.;

- la regione sahariana, che costituisce la quasi totalità della Mauritania, con vaste distese sabbiose, che coprono oltre il 40% del territorio nazionale, ed isolati massicci rocciosi come quelli dell'Adrar e del Tagant che non superano rispettivamente i 500 ed i 300 m.

 

Unico corso d'acqua a carattere non stagionale della Mauritania è il fiume Senegal che segna il confine con l'omonimo Repubblica.

Nelle regioni centro-settentrionali del Paese sono numerosi i bacini paludosi di acque salmastre, localmente chiamati sebkha, dove confluiscono i pochi e poveri corsi d'acqua a carattere stagionale (wadi o uadi).

Nella regione del fiume Senegal si trovano invece i laghi R'kizn ed Aleg.

 

Dal punto di vista climatico si possono riconoscere tre zone:

- la regione costiera, compresa tra la capitale ed il confine marocchino, dove grazie all'influenza del mare e dei venti alisei le temperature sono molto meno elevate che non all'interno;

- la regione del fiume Senegal con una temperatura media quasi costante che si aggira sui 24°;

- la regione sahariana interna, a carattere torrido con forti escursioni termiche e rarissime  precipitazioni atmosferiche.

 

Caratteri demografici

 

Circa l'80% della popolazione mauritania è formata da Mauri, di origine arabo-berbera e di tradizione nomade-pastorale. Lungo il corso dl fiume Senegal sono invece concentrati consistenti nuclei negri di Toucouleur, Sarakollè, Woloff e Fulbe.

Lingua ufficiale e "nazionale" è l'arabo classico, anche se i Mauri parlano un dialetto arabo (l'hassanya) e le popolazioni del fiume Senegal loro idiomi locali.

Il francese, ancora molto diffuso nel paese, resta accanto all'arabo lingua ufficiale.

La religione della quasi totalità dei mauritani è la musulmana, comune sia ai Mauri che alle popolazioni del fiume Senegal.

 

La Mauritania, a causa delle sue vaste distese desertiche, è uno degli Stati meno popolati dell'intera Africa.

Secondo una stima del 1973, il Paese conta solo 1.257.000 abitanti con una densità di poco superiore ad un abitante per kmq.

La maggioranza della popolazione èm concentrata nella capitale e nella regione del fiume Senegal, mentre una consistente percentuale vive ancora allo stato nomade all'interno del paese.

Il tasso di urbanizzazione, benchè in aumento, è ancora molto basso a causa del diffuso nomadismo. Oltre alla capitale Nouakchott, che con i suoi 102.000 abitanti rappresenta il maggior centro abitato del Paese, vanno ricordate le città di:

 

Nouadhibou      22.000 ab.                               Rosso       15.000 ab.

Fort-Derick       20.000 ab.                               Atar          12.000 ab.

Kaedi                15.000 ab.                               Boghè       10.000 ab.

martedì 19 marzo 2024

Marocco: Lineamenti di geografica fisica

 


Il Regno del Marocco che si estende su di una superficie di 634.730 kmq., è situato all'estremo margine nord-occidentale del Continente africano, confiando a N. con il Mare Mediterraneo e con i possedimenti spagnoli di Ceuta, Melilla e dipendneze, ad O. ed a N. O. con l'Ocenao Atlantico, a S. E. con la Mauritiana ed a E. con l'Algeria.

 

Nel paesesi distinguono varie regioni naturali:

- la zona montagnosa settentrionale, dominata dalla catena montuosa del Rif che si sviluppa parallelamente alla costa e che raggiunge quasi i 2.500 m.;

- il bacino del fiume Sebou, che separa la catena del Rif da quelle dell'Atlante, e che costituisce la regione più fertile del Paese;

- la zona montuosa del Medio e dell'Alto Atlante, che, snodandosi da S. O. a N. E., rappresenta per le regioni costiere la più importante protezione dai venti sahariani e che supera con il monte Toubkal i 4.000 m.;

- la fascia litoranea atlantica centro-settentrionale che è la regione più densamente popolata del Marocco;

- la regione orinetale, arida e stepposa, compresa tra i monti dell'Atlante ed il confine algerino;

- la regione centro-meridionale, dominata dal sistema montuoso dell'Anti-Atlante;

- il vasto sud, costituito dalle regioni desertiche e sassose dell'ex-Marocco Meridionale spagnolo e dai territori di recente acquisizione del Seguiet el-Hamra e del Wadi el-Dhahab.

 

La rete idrica marocchina, poverissima ed a carattere stagionale nelle zone sahariane ed orientali, risulta essere, invece, nella parte nord-occidentale del Paese, relativamente densa di fiumi, che come il Sebou, l'Oum-el-Rbia ed i rispettivi affluenti defluiscono dall'Atlante fino all'Oceano. La regione nord-orientale è attraversata dal Moulouya che nascendo ugualmente dalla catena dell'Atlante sfocia nel Mediterraneo.

 

Il clima, che è temperato e di tipo mediterraneo nella fascia litorale settentrionale e nord-occidentale, nonchè nel bacino del sebou, assume, a partire dalle zone a sud dell'Atlante, caratteristiche via via più marcatamente sahariane con elevate temperature e precipitazioni irrilevanti.

 

Caratteri demografici

 

Etnicamente predominante nel Marocco è l'elemento berbero, al quale si è venuto a sovrapporre successivamente quello arabioo,. Quest'ultimo, benchè numericamente esiguo, ha così incisivamente influito sui costumi e la lingua locali da caratterizzare profondamente l'intera società marocchina. Attualmente, sebbene siano ancora diffusi idiomi berberi, l'arabo è l'unica lingua ufficiale del Paese, mentre diffuso è il francese soprattutto come lingua commerciale.

La religione comune a quasi la totalità dei marocchini è la musulmana.

L'ultimo censimento del 1971 faceva ammontare la popolazione del Regno sceriffano del Marocco a 15.379.259 abitanti. Secondo una più recente stima del 1975 i marocchini sarebbero più di 17 milioni.

Il Marocco, che possiede uno dei più alti tassi mondiali d'incremento demografico (3,3% annuo), ha una densità di circa 26,7 abitanti per kmq, anche se la stragrande maggioranza della popolazione è concentrata nelle regioni comprese tra l'Atlante e le coste mediterranea ed atlantica.

Il tasso di urbanizzazione è notevolmente aumentato nell'ultimo decennio,.

Tra i maggiori centri urbani, oltre la capitale Rabat, il cui agglomerato supera i 550.000 abitanti, vanno menzionati.

 

Casablanca (Daer-el-Beida) 1.700.000 ab.

Marrakech                             350.000   ab.

Fès                                         346.000   ab.

Méknes                                  272.000   ab.

Tangeri                                  202.000   ab.

Oujda                                    190.000   ab.

Kénitra                                  153.000   ab.

Tetuan                                   144.000   ab.

Safi                                       142.000   ab.

domenica 10 marzo 2024

La LIbia: lineamento di geografia fisica

 


La Libia, dalla caratteristica forma quadrangolare, si estende su di una superficie di 1.759.540 kmq, ed è costituita per oltre l'85% da zone desertiche.

Il Paese, che si affaccia a N. per circa 2.000 km sul Mar Mediterraneo, confina ad O. con la Tunisia e l'Algeria, a S. con il Niger ed il Ciad, a S.E. con il Sudan e ad oriente con l'Egitto.

 

La Tripolitania, la Cirenaica, il Fezzan ed il Deserto Libico sono le quattro grandi regioni naturali in cui si articola la Libia:

- la Tripolitania, che è costituita dalla Tripolitania propriamente deta ed a oriente dalla città più inospitale Sirtica, comprende la parte nord-occidentale dello Stato, estendendosi dalla bassa e sabbiosa costa mediterranea all'altopiano del Nefusa, la cui altitudine varia tra gli 800 ed i 900 metri.

- la Cirenaica, situata nella parte nord-orientale del paese, è caratterizzato dall'omonimo altopiano che si spinge fino al mare con alte e ripide coste degradando ad oriente verso il confine egiziano nella regione della Marmarica.

- il Fezzan, che comprende le vaste estensioni desertiche sud-occidentali, alterna, tra le sperse oasi, formazioni sabbiose ad aridi altipiani rocciosi.

- il Deserto Libico, praticamente privo di vegetazione, quasi del tutto spopolato, ad eccezione dell'oasi di Cufra con il piccolo nucleo abitato di El-Giof, si estende ad oriente del Fezzan ed a sud della Cirenaica penetrando in profondità nell'Egitto occidentale.

 

La Libia è priva di corsi d'acqua a carattere permanente, essendo i pochi esistenti di tipo stagionale (wadi o uadi).

Il clima libico, che risente dovunque dell'influenza sahariana, è caratterizzato da bassissime precipitazioni e da una rilevante escursione termica, e la temperatura, che si aggira sui 20° di media nelle regioni litoranee, raggiunge i 40/50° verso l'interno.

Gran parte del Paese è soggetto al ghibli, caratteristico vento caldo secco, che soffia dal Sahara verso le zone costiere.

 

Caratteri demografici

 

La popolazione della Libia è pr la maggior parte araba o profondamente arabizzata, sebbene sussistano ancor oggi piccoli nuclei berberi.

Omogenea e compatta risulta essere la popolazione sia dal punto di vista religioso che linguistico, esseno la quasi totalità dei libici di religione musulmana di rito sunnita e di lingua araba nelle sue varie forme regionali.

 

Nonostante il suo alto tasso d'incremento demografico (3,0%) e le forti correnti immigratorie provenienti soprattutto dai vicini Stati arabi, la Libia è, con i suoi abitanti, uno dei Paesi africani meno densamente popolati (1,3 abitanti per kmq).

La stragrande maggioranza dei libci è concentrata lungo la costa tripolitana e sul suo altopiano, e lungo il litorale cirenaico.

Oltre ai tradizionali villaggi delle oasi dell'entroterra cirenaico, del Fezzan e del Deserto Libico, si stanno recentemente sviluppando nella Sirte, conseguentemente allo sfruttamento petrolifero della regione, nuovi nuclei abitati.

Le due uniche città libiche di una certa importanza sono, la capitale Tripoli che ha da poco raggiunto i 300.000 abitanti, e Bengasi (190.000 ab.), mentre la città di Misurata e di El-Beida superano di poco i 50.000. Tra i centri che contano più di 10.000 abitanti vanno menzionati: Derna, Tobruch, Agedabia, Homs, Zuara, El-Marj e Iefren.

mercoledì 28 febbraio 2024

La Russia in Africa - Può con la guerra di logoramento in Ucraina e la rivolta dei Wagner continuare la sua politica?


Fonte LIMES, Rivista Italiana di geopolitica, 3/2023

La Federazione Russa ha intrapreso una penetrazione in Africa volta a ristabilire il ruolo di potenza globale  dopo il crollo della Unione Sovietica in Africa. Questa penetrazione nel Continente Nero non è stata contrastata da nessuno e fino al 2022 non era un problema per il mondo occidentale.

 Con l’Invasione della Ucraina l’Europa e gli Stati Uniti si sono accorti che la Federazione non è più quel patner  innocuo, anzi utile ai propri commerci, ma un competitor per non dire un vero e proprio nemico. Quindi  sono emerse diverse interpretazioni da quelle correnti sulla Russia. Una di queste è proprio l’Africa. Il primo dato della Carta (Fonte Limes, Rivista Italiana di Geopolitica) mostra quali paesi hanno espresso un voto di condanna alla invasione dell’Ucraina del febbraio 2022: in grigio quelli che lo hanno espresso, ma la sopresa è stata quelli che si sono astenuti (in arancione) per arrivare ad un contrario, ovvero alla approvazione della invasione, L’Eritrea. Un successo strategico per Mosca.

Attraverso le milizie “Wagner” ed altri gruppi  Libia, Mali, Repubblica Centroafricana Repubblica Democratica del Congo, Sierra Leone, Guinea, Sudan, Magadascar, Zimbawe, Angola Mozambico sono controllate da Mosca o nell’orbita politica russa. La Russia vende ai paesi africani quasi il 38 % del totale delle Armi vendute in Africa. Attraverso questo canale Nigeria, Camerum, Sud Suda, Algeria ed Etiopia sono legate a Mosca.

In pratica Mosca controlla oltre al metà dei paesi africani. Se aggiungiamo che sembra probabile che Porto Sudan ospiti infrastrutture militari russe, si può già dire che Mosca finalmente è riuscita a mettere le mani sui traffici che passano per Suez, ma la estromissione della Francia ed il suo ritiro stanno dimostrando il contrario.

 

Dopo la ribellione del Gruppo Wagner, giugno 2023, rimane il dilemma che venendo meno questo strumento il potere di controllo di Mosca sia diminuito.

Permanendo la guerra di logoramento in Ucraina, le sanzioni in atto, il confronto con la Cina, la Russia rimane il quesito se Mosca riuscirà nel breve periodo a sostenere le sue politiche in Africa, accollando tutti i pesi di Stati che sono praticamente sull’orlo del fallimento e del collasso, a cui potrebbe non essere sufficiente il drenaggio delle loro materie prime strategiche.

 

lunedì 19 febbraio 2024

Erros La Rocca Foreingn Fighter

 


 

I Foreign Fighter sono combattenti transnazionali appartenenti politicamente a Nazioni terze, che partecipano ad un conflitto armato in atto in territorio diverso dal proprio, e che si uniscono a insorti appartenenti a quest’ultimo Stato durante un conflitto civile, confluendo e operando entro i margini di un insorgenza[1], provocata da un vasto e profondo vuoto sociale, avendo legami con le fazioni in lotta, però senza un affiliazione diretta ad un organizzazione militare e senza ricevere una remunerazione.

I primi a parlare dei foreign fighters in ambito internazionale sono stati i membri dello ICCT[2] nel settembre del 2012 mostrando come il numero dei combattenti subisse un incremento nel conflitto siriano, e come questo fenomeno apportava un processo di radicalizzazione più veloce sui combattenti locali anti-governativi.

Nel giro di un anno, nel febbraio del 2013, l’ICSR[3] completa uno studio[4] nel quale sottolinea che il fenomeno si stava estendendo a sempre più paesi occidentali, e sarebbe continuato a crescere, diventando in futuro una grave problematica che avrebbe colpito gli stessi paesi dai quali provenivano i combattenti.

Il Segretario di Stato Britannico per gli Esteri e per gli Affari del Commonwealth, William Hague, evidenziava il pericolo potenziale di quello che stava accadendo, poiché riteneva che questi individui addestrati in Siria, avrebbero tentato, una volta terminato il conflitto medio-orientale, la condotta di attacchi su obiettivi di interesse occidentale in medio-oriente, o negli stessi Stati d’origine.

Nel dicembre del 2013 l’ICSR pubblica un secondo studio[5] nel quale era riportato che il numero dei “FF” aveva raggiunto le 11.000 unità, confermando la provenienza dai paesi Occidentali.

Nel giugno 2014 un rapporto[6] del “Soufan Group[7] aveva rivelato che altri 12.000 combattenti avevano raggiunto la Siria, e che 3.000 di questi in seguito avevano fatto ritorno nei paesi occidentali.

La cosa più allarmante è che, una volta tornati dal conflitto, questi combattenti avrebbero tentato di unirsi a gruppi che ostentavano una propensione alla violenza e all’estremismo.

Capire da che parte del mondo provengano i diversi combattenti stranieri è un compito ostico a causa della tendenza di questi ad offuscare la loro vera identità a causa della natura clandestina della loro attività, e diventa cosi problematico capire le provenienze e lo studio di questo fenomeno. Sono musulmani o neo convertiti, con cultura diversitficata e con legami di vario genere con la regione geografica in conflitto.

Un rapporto iniziale[8] del giungo del 2014 stimava il numero dei “FF” presenti in Siria e unitisi dal 2011 a ISIL, Jabhat al-Nusra e Ahrar al-Sham[9], approssimativamente di 12.000 unità, provenienti da 81 paesi; la stessa fonte stimava a fine del 2015 che questi passavano a 30.000 da 86 paesi, fino a raggiungere il 2016 con 42.000 reclutati, palesando che questo fenomeno non è solo numerico ma anche di natura globale, toccando numeri mai raggiunti da nessun altro conflitto dalla guerra afghana degli anni ’80. La maggior parte di questi sono mediorientali e circa 4.000 europei.

In Russia il fenomeno ha avuto una crescita esponenziale passando da 800 nel 2014, a 3.400 nel settembre 2016; la maggior parte provenienti dalla Cecenia e dal Daghestan; sarebbero 5.300 quelli proveniente dalle ex repubbliche sovietiche.

Tra il Nord-Africa e il Medio-Oriente i numeri aumentano vertiginosamente, si parla di 14.000 combattenti, di cui il maggior contribuito è fornito dalla Tunisia con 4.000, e segue l’Arabia Saudita con 3.200, Giordania 3.000, Marocco 1.500, Libano 900, Libia 600, Egitto 600, Algeria 200.

Anche la Turchia ha contribuito con 2.100 combattenti, di cui molti sono tornati nella madrepatria, e 500 di questi sono stati già arrestati per la loro adesione a ISIL, e 100 per aver combattuto con Jabhat al-Nusra.

Il Sud-Est asiatico non è immune da questo fenomeno, e in accordo con le fonti ufficiali Indonesiane si passerebbe dai 45 combattenti nel 2014 a 700 nel 2015.

Usa e Canada rimarrebbero stabili dal 2014, e secondo fonti dell’FBI sono 150 gli americani che hanno viaggiato fino in Siria, mentre 100 sarebbero stati arrestati nel tentativo, mentre sarebbero 130 i canadesi che avrebbero intrapreso lo stesso viaggio.

Da ricerche effettuate[10] il numero di “FF” proveniente dall’Europa si aggira nel 2015 intorno ai 4.000 soggetti, e di questi 3.000 sono provenienti da soli quattro paesi: Gran Bretagna, Germania, Francia e Belgio. Proprio quest’ultimo paese è un caso anomalo poichè colpito da diversi attentati e quello con un più alto numero di “FF” in rapporto alla popolazione, cioè 41 per milione di abitanti.

Il paese europeo con il più alto numeri di combattenti è con 1000 individui la Francia, di cui 246 ritornati nel paese; dalla Germania 800 di cui 250 tornati; dal Regno Unito 800 e più della metà è rientrata; dal Belgio 450 di cui 100 sono rientrati.

Dall’Austria 300 persone; 300 dalla Svezia; dall’Olanda 220 con 40 ritorni; 204 persone dalla Spagna con 25 rientri; 125 dalla Danimarca, di cui fanno parte anche diversi di origine danesi convertitisi all’Islam; dall’Italia 125 foreign fighters; 70 dalla Finlandia; 30 rispettivamente dall’Irlanda e Polonia; 10 dal Portogallo; 6 rispettivamente dal Lussemburgo e Slovacchia; 5 dalla Bulgaria; 3 dalla Slovenia; 2 dall’Estonia; Lettonia e Croazia 1 persona.

Dei 4.000 foreign fighter europei il 14% sono deceduti in combattimento, il 23% è costituito da neo-convertiti all’Islam, di cui molti inoltre hanno subito una radicalizzazione estremamente rapida, e il 17% sono donne.

Secondo l’Europol i potenziali terroristi rientrati nel 2016 negli Stati adottivi sono da considerarsi una minaccia alla sicurezza e sono il 30%, cioè circa 1.200[11].

Un dato che spicca è che molti di questi provengono dai medesimi quartieri urbani europei, suggerendo cosi che i flussi dei combattenti siano gestiti da network locali pre-esistenti, composti principalmente da cerchie di amici o famigliari, conoscenti radicalizzati che vivono in contesti condivisi.

Un fattore che risalta è che la maggior parte dei provenienti dall’Europa non hanno una base militare pregressa; questi infatti una volta arrivati in Siria vengono sottoposti ad una fase addestrativa della durata di 45 giorni, a differenza dei combattenti provenienti dai paesi arabi, dal Caucaso e dall’Asia che già arriverebbero in possesso di una preparazione di base. Ad alcuni occidentali sarebbe stato impedito di partecipare ai combattimenti esattamente per la loro scarsa preparazione militare, venendo reimpiegati in incarichi di supporto e logistica.

Al fine di integrare queste informazioni bisogna evidenziare il fatto che hanno partecipato al conflitto dei veterani reduci dell’Afghanistan, Pakistan, Iraq, Somalia, Cecenia, Bosnia, Libia e Irlanda, contribuendo fattivamente all’innalzamento dello standard operativo generale.



[1] Combattimento armato entro i confini di un’entità sovrana riconosciuta tra parti soggette a comune autorità all’inizio delle ostilità

[2] International Center for Counter-Terrorism – The Hague. The Foreign Fighters Phenomenon in the European Union

[3] International Centre for the Studi of Radicalization and Political Violence

[4] #Greenbirds: Measuring Importance and Infuence in Syrian Foreign Fighter Networks

[5] Up to 11.000 foreign fighters in Syria; steep rise among Western Europeans-  17th December 2013

[6] Beyond The Caliphate: Foreign Fighters and the Threat of Returnees

[7] Gruppo che fornisce servizi a organizzazioni governative e multinazionali relative a sicurezza strategica e intelligence

[8] Foreign Fighters in Syria -  Richard Barrett,Senior Vice President of The Soufan Group. June 2014

[9] Gruppi armati jihadisti salafiti attivi dal 2012, nel contesto della guerra civile siriana

[10] Centro Studi Internazionali: Identikit Dei Foreign Fighters Europei, 22 Marzo 2017 - Luca Bregantini

[11] Dati forniti dall’ International Center for Counter-Terrorism dell’Aja

 

sabato 10 febbraio 2024

Carta dei Movimenti Islamici nell'Africa Settentrionale

Fonte LIMES Rivista Italiana di Geopolitica 2023 
 

mercoledì 31 gennaio 2024

Terrorismo in Nigeria. Venti anni di terrore

 Tesi di Laurea

Dr. Edoardo Fersurella

Gli argomenti terrorismo e conseguentemente, antiterrorismo sono quanto mai complessi e ricchi di sfaccettature. L'interesse per questi temi nasce parallelamente alla registrazione dei primi conflitti e diventa nel corso dei secoli, oggetto di studi, discussioni e attente analisi da studiosi sempre più esperti.

Le indagini sul terrorismo ci descrivono il fenomeno come lo strumento ideale per chi, essendo più debole della controparte, ha interesse a creare un clima di paura e instabilità nell'area in cui opera. È quindi utilizzato dal “debole” contro il “forte” per scatenare un conflitto che altrimenti avrebbe un esito scontato. Ci riferiamo, nello specifico a gruppi terroristici che decidono di opporsi alle Istituzioni per sovvertire l'ordine nazionale di cui fanno parte. A tal proposito, l’oggetto della presente tesi va a studiare, nello specifico, il gruppo terroristico jihadista conosciuto come “Jama’tu Ahlis Sunna Lidda’awati wal-Jihad” (letteralmentepopolo impegnato nella propagazione degli insegnamenti del profeta e nel jihad”), meglio noto con il nome di Boko Haram che significa “L’educazione occidentale è peccato”. Nato nel 2002 nel nord-est della Nigeria come un movimento politico-religioso di ispirazione conservatrice wahhabita, passa ad essere una vera e propria setta spirituale guidata da Ustaz Mohammed Yusuf che denunciava la corruzione politica e delle istituzioni Nigeriane, accusandole di pratiche criminali nei confronti della popolazione. Ma è a partire dal 2009 che si ha una degenerazione violenta nei rapporti con le autorità. Infatti, dopo l’uccisione del leader Yusuf nel corso di una ondata repressiva delle forze di sicurezza nigeriane, viene indicato come capo militare e spirituale Abubakar Shekau. Da questo momento la setta si trasformò in un vero e proprio movimento terroristico fissando il proprio quartier generale nella regione del Borno (nord-est della Nigeria) e ricorrendo ad una violenza generalizzata e ad attentati sistematici per invertire il rapporto di forze sfavorevoli con le autorità militari nazionali.  

Vedremo come da lì in poi questa organizzazione terroristica si sia evoluta, alternando man mano obiettivi nazionali e non, adottando diverse strategie ed espandendo il proprio raggio d’azione dal nord- est della Nigeria a tutto il territorio nazionale arrivando ad operare in tutta l’area del bacino del lago Ciad (quindi ampliando gli attacchi in Niger, Ciad e Camerun).  

 Inoltre, la nostra ricerca ha lo scopo di mostrare in che contesto economico e socio-politico questo gruppo terroristico è nato, cercheremo di capire le dinamiche che l’organizzazione sfrutta per finanziarsi e come recluta combattenti per mantenere numerose le proprie fila.  Utilizzeremo il metodo storico-geografico per analizzare quanto accennato sopra e per monitorare gli ultimi sviluppi, con la scissione dell’organizzazione in due fazioni ben distinte, Boko Haram appunto e Iswap (Stato Islamico della Provincia dell’Africa Occidentale) avvenuto nel 2016, ma anche per cercare di capire quali contromisure adottino le autorità Nigeriane e le organizzazioni internazionali per contrastare il fenomeno jihadista ormai esteso sia in Africa che nel resto del mondo.

La Tesi è disponibile presso la Emeroteca del CESVAM, consultabile solo dietro permesso dell'Autore. 

 

sabato 20 gennaio 2024

Caucaso del sud. L'Armenia abbandonata dalla Russia

Materiali per tesi di Laurea

"Per risolvere la questione del Nogorno Karabakh il presidente dell'Azerbaigian Ilhan Aliev ha scelto la forza e provocato la fuga in massa della popolazione dall'enclave. Questa soluzione militare resa possibile dalle armi turche ed israeliane mente in luce anche il crescente l'isolamento dell'rArmenia e smorza solo provvisoriamente l'instabilità del Caucaso
  Viken Cheterian, Solitudine armena, in Le Monde diplomatiche, n1, gennaio 2024, pag. 17


 Disponibile nella Emeroteca del CESVAM

mercoledì 10 gennaio 2024

Rivista QUADERNI, Anno LXXXIV,. Supplemento XXX,, 2023, n.3, Luglio - Settembre 2023, 29° della Rivista


La rivista può essere chiesta a: segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org


 

giovedì 21 dicembre 2023

sabato 9 dicembre 2023

Africa. Edoardo Boria. La Storia delle Carte IV

Fonte: LIMES, RIVISTA ITALIANA DI GEOPOLITICA, AGOSTO 203  AFRICA CONTRO OCCIDENTE PAG 262


(Temi di Tesi di Laurea)
 

mercoledì 29 novembre 2023

Africa. Edoardo Boria. La Storia delle Carte III


 Fonte: LIMES, RIVISTA ITALIANA DI GEOPOLITICA, AGOSTO 203  AFRICA CONTRO OCCIDENTE PAG 262


(Temi di Tesi di Laurea)

lunedì 20 novembre 2023

Africa. Edoardo Boria. La Storia delle Carte II


 Fonte: LIMES, RIVISTA ITALIANA DI GEOPOLITICA, AGOSTO 203  AFRICA CONTRO OCCIDENTE PAG 262


(Temi di Tesi di Laurea)

venerdì 10 novembre 2023

Africa. Edoardo Boria. La Storia delle Carte


Fonte: LIMES, RIVISTA ITALIANA DI GEOPOLITICA, AGOSTO 203  AFRICA CONTRO OCCIDENTE PAG 262


(Temi di Tesi di Laurea)

venerdì 20 ottobre 2023

Contributo dell'Italia alla stabilita. alla pace ed alla sicurezza. Le Missioni fuori area concluse

Da Sito www.esercito.difesa.it 

Operazioni internazionali concluse